17 settembre 2006

Un'altra Umanità

Il primo ritrovamento fossile dell'Uomo di Neandertal risale all'agosto del 1856, nella valle del Neander, in Germania.
Abitò l'Europa e parte dell'Asia centrale e occidentale, precedendo l'uomo moderno.
Comparso 300mila anni fa, non è un nostro antenato. Non è un sapiens arcaico, ma un altro uomo, che discende come noi dall'Homo erectus.

La ricercatrice Marylène Patou-Mathis, che da vent'anni studia l'uomo di Neandertal, ne è convinta e descrive un'inattesa "umanità neandertaliana": erano dei grandi cacciatori nomadi, mangiatori di carne, si coprivano con le pelli, controllavano il fuoco e avevano dei rituali funebri. Conoscevano il senso della vita e della morte, la tecnica e la metafisica. E a giudicare dalla loro laringe e dai loro lobi temporali forse parlavano. Ma se erano così evoluti perché si sono estinti? Per Patou-Mathis la tesi di una guerra con il nostro antenato di Cro-Magnon non regge.

Non tanto perché Neandertal era più forte e avrebbe vinto. Ma perché era pacifico: finora non è stato trovato alcun sito che testimoni di una guerra tra i due uomini, né uno in cui dei neandertaliani si uccidono tra loro (al contrario del sapiens). Neandertal ha ceduto alla pressione dei nostri antenati senza combattere, è fuggito verso nord e in diecimila anni è scomparso.


"La vera questione non è perché i Neandertal erano così divergenti ma perché la nostra specie ha portato così tante caratteristiche nuove".
- Erik Trinkaus, Washington University di St. Louis

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